Negli ultimi 20 anni, i legislatori delle principali economie globali hanno normato la reportistica di questa nuova tipologia di informazioni. relative all'impatto ambientale, sociale e di governance di un'azienda, allo scopo di:
- dare maggior autorevolezza alle informazioni riportate;
- standardizzare le informazioni contenute all'interno dei documenti, al fine di renderli confrontabili tra le società che lo redigevano;
- incentivare le imprese, soprattutto di grandi dimensioni, a preoccuparsi del loro impatto ambientale, sociale e di governance (ESG).
Nel nostro ordinamento, la prima norma di riferimento è il D.lgs. 254/2016, che recepisce la NFRD, ovvero la Non-Financial Reporting Directive, emanata dalla Commissione Europea. Tale direttiva modificava quella contabile comunitaria (2013/34/UE), inserendo, per le società quotate di determinate dimensioni (non più di 500 dipendenti), l'obbligo di redigere la dichiarazione non finanziaria (DNF).
Successivamente, visto il crescente interesse per la sostenibilità manifestata dalla popolazione e per far fronte al c.d. greenwashing (letteralmente “lavare di verde” ovvero mostrare una società, le sue operazioni o prodotti/servizi come sostenibili quando in realtà non lo sono, commettendo quindi reato di pubblicità ingannevole), l'Unione Europea ha varato una serie di norme atte a migliorare i comportamenti sostenibili e la loro rendicontazione.
Webinar sul bilancio di sostenibilità
Corsi di formazione professionale continua per commercialisti sul bilancio di sostenibilità.
Nei webinar sono trattati i seguenti argomenti: rendicontazione di sostenibilità, doppia materialità, catena del valore, performance
ESG, attuazione della
CSRD e molto altro.
Nel
dicembre 2022, la
Commissione Europea, con la
Direttiva 2022/2464/UE, recepisce la
Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) in cui:
- diminuisce i limiti dimensionali delle società obbligate alla rendicontazione della sostenibilità (250 dipendenti, 40 milioni di € di fatturato, 20 milioni di € di totale attivo);
- predispone dei principi di rendicontazione europei, gli European Sustainability Reporting Standard (ESRS), per le società quotate (sia di grandi dimensioni che PMI);
- inserisce il report di sostenibilità nella Relazione sulla Gestione che, pertanto, diventa parte dei documenti al Bilancio d'Esercizio;
- introduce il coinvolgimento della catena del valore (Value Chain) dell'impresa, rendicontata nella redazione del report;
- implementa la misurazione dei temi materiali (temi significativi legati alle tematiche ESG) secondo un approccio di determinazione dell'impatto aziendale sull'ambiente e viceversa.
La direttiva è in vigore dal 5 gennaio 2023 e l'obbligo di presentazione del report di sostenibilità, secondo le nuove norme entrerà in vigore per le altre società con la seguente tempistica.
Entrata in vigore del bilancio di sostenibilità
Anno di entrata in vigore |
Esercizio di riferimento |
Società interessate |
2025 |
2024 |
Imprese che rientrano nei requisiti della NFRD. |
2026 |
2025 |
Imprese di grandi dimensioni che rispettano i nuovi limiti dimensionali della CSRD. |
2027 |
2026 |
PMI quotate (listed small-medium entreprise) che non rientrano nei requisiti dimensionali della CSRD con possibilità di proroga di un anno. |
Le novità della direttiva europea sono molteplici e il tempo per conformarvisi è breve: infatti, il termine ultimo entro il quale i Paesi membri devono aver recepito la direttiva era luglio 2024. Al tal proposito, si segnala la consultazione pubblica del Dipartimento del Tesoro sul recepimento della CSRD.
Oltre alla CSRD, l'Unione Europea ha emanato altre norme volte a disciplinare alcuni comportamenti legati ai temi ESG, come la direttiva sulla Tassonomia per gli investimenti sostenibili (Direttiva 2020/852/UE) e il regolamento sull'informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (la Sustainable Finance Disclosure Regulation, Reg. 2019/2088/UE); ci sono poi altre direttive in fieri, come, ad esempio, la direttiva inerente alla due diligence di sostenibilità (la Corporate Sustainability Due Diligence Directive - CSDDD).
Il documento EFRAG sugli standard di rendicontazione volontaria (ma spesso già obbligatoria) per le PMI non quotate
La Commissione Europea ha incaricato l'EFRAG di redigere i principi generali ESRS per le società di grandi dimensioni e per le PMI quotate, nonchè i principi ESRS da applicare a singoli settori più impattanti in termini di sostenibilità, come attività estrattive, automotive, moda e alimentare.
Oltre a questi principi, che sono in via di recepimento e di stesura, l'EFRAG ha inoltre redatto in bozza i principi VSME ESRS anche per le PMI non quotate, che volontariamente vogliono rendicontare le informazioni legate alla sostenibilità.
È importante segnalare che molte micro e piccole imprese italiane appartengono a filiere la cui capofila, spesso multinazionale, è un'azienda obbligata alla rendicontazione di sostenibilità e quindi la richiede ai suoi fornitori. In questo caso, come nel caso delle aziende alimentari, sollecitate dagli stessi consumatori, sempre più sensibili alla sostenibilità dei prodotti, o nel caso di richiesta di finanziamento o bisogno di credito, redigere il bilancio di sostenibilità è già di fatto un obbligo.
Come per l'analisi di bilancio esistono gli indici che ne calcolano la redditività, la patrimonializzazione, l'esposizione debitoria etc., anche per la sostenibilità esiste un punteggio che va ad individuare le performance ambientali, social e di governance di una società. Questo è conosciuto come Score ESG o anche come Rating ESG.
Lo Score ESG nasce in ambito finanziario per valutare i fondi di investimento collegati alle società che si dichiaravano sostenibili e varie agenzie di rating globali hanno sviluppato proprie metodologie di calcolo per poter quantificare la differenza tra un investimento sostenibile da uno classico non incentrato su politiche ESG, nonché valutare l'impegno della società verso queste tematiche.
Per poter calcolare lo Score ESG esistono quindi vari metodi anche diversi da loro a seconda del mercato di riferimento ma, in linea generale, per la sua determinazione le informazioni richieste sono le seguenti.
Come accennato, vi sono varie tipologie di rating ESG presenti cui spesso vi è difficoltà al confronto in quanto i pesi delle informazioni e le metodologie di calcolo possono differenziare e non sono sempre reperibili. Per ovviare a tale problematica, a febbraio 2024 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno firmato un accordo provvisorio al fine di dare maggior autorevolezza allo Score ESG rilasciati alle società europee. Tale accordo prevede di redigere un regolamento comunitario nel quale le Agenzie di rating ESG, per operare all'interno dell'UE, dovranno essere autorizzati dall'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e da questa sottoposte a vigilanza, rispettando gli obblighi di trasparenza in particolare inerente alla metodologia e alle fonti informative utilizzate per la determinazione dello Score ESG.
Dal punto di vista prettamente normativo, al Dottore Commercialista è stata data l’abilitazione a
la redazione e la asseverazione delle informative ambientali, sociali e di sostenibilità delle imprese e degli enti pubblici e privati
Decreto legislativo 139 del 2005, articolo 1, comma 3
Quindi, il Dottore Commercialista ha il compito di trattare queste informative per la predisposizione del bilancio di sostenibilità, che, rientrando nella Relazione sulla Gestione, diventa parte integrante del Bilancio d'Esercizio e dunque deve conoscere la materia ESG.
Inoltre, insieme al bilancio d'esercizio, deve depositarlo in Camera di Commercio secondo le modalità e tempistiche tipiche del bilancio.
Dal punto di vista operativo il Dottore Commercialista è:
- l'unica figura che conosce a fondo la salute dell'impresa, le sue prospettive di crescita, le sue pianificazioni e i suoi budget, dopo l'imprenditore;
- il tramite con gli istituti bancari al fine di ottenere, per le società clienti, finanziamenti a migliori condizioni contrattuali.
Dunque, è naturalmente la figura centrale nella definizione e controllo di un piano di sostenibilità. Infatti, il suo ruolo è essenziale nel dialogo con i tecnici che devono mettere a terra progetti che riguardano il consumo energetico e la tutela ambientale, dal momento che i progetti comportano investimenti e che le risorse devono essere indirizzate prioritariamente dove garantiscono maggiore redditività.
Proprio per supportare il Dottore Commercialista a indirizzare le micro e piccole imprese alla rendicontazione di sostenibilità, che non potranno comunque eludere nell'immediato futuro, sono disponibili soluzioni che comprendono formazione, software e servizi finalizzati alla raccolta dei dati significativi per l'informativa sulla sostenibilità aziendale.
Nell'ambito dei prodotti di
OPEN Dot Com relativi al bilancio, ad esempio, è stato sviluppato il software online
Bilancio di sostenibilità e Relazione sulla gestione al bilancio, disponibile a partire da 540,00 €, che offre:
- supporto nell'analisi di materialità ESG e nella scelta consapevole degli obiettivi ONU Agenda 2030 (Sustainable development goals - SDCs) per lo sviluppo sostenibile;
- monitoraggio degli obiettivi, in base ai tre pilastri ESG (Environmental, Social e Governance);
- calcolo dei principali KPI della sostenibilità attraverso tabelle, grafici e commenti suggeriti;
- redazione del report di sostenibilità, in linea con gli Standard (European Sustainability Reporting Standards - ESRSs) emanati dall'Efrag;
- possibilità di condivisione della piattaforma con l'azienda, i consulenti ambientali e
i consulenti delle risorse umane dell'azienda stessa.
OPEN Dot Com è membro ufficiale dell'EFRAG VSME COMMUNITY.
Il gruppo incaricato dalla Commissione europea che ha come focus lo sviluppo dei principi VSME di rendicontazione di sostenibilità per le PMI volontarie.
Guarda il video
Nel video-tutorial è illustrata la creazione, tramite il software, del Bilancio di sostenibilità e della Relazione sulla gestione ex art. 2428 c.c.
Attraverso indicatori, grafici, tabelle, testi suggeriti e sulla base dei dati di un bilancio ordinario e consolidato, è possibile redigere sia il Bilancio di sostenibilità che la relazione sulla gestione ed essere supportati:
- nell’analisi della doppia materialità ESG (anche attraverso l’interazione con gli stakeholders);
- nel monitoraggio dei KPI;
- nell'analisi dei rischi ambientali;
- nella scelta consapevole degli obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile (Agenda 2030);
- nella redazione del bilancio ESG in linea con gli Standard europei ESRS.
La sostenibilità dell'impresa è un tema ineludibile dalla strategia aziendale, vista anche la pressione del legislatore europeo, che negli ultimi anni ha operato affinchè le informative fossero obbligatorie e standardizzate e acquisissero autorevolezza pari a quella del Bilancio d'Esercizio.
Per le micro e piccole imprese la norma non prevede ancora un obbligo di redazione del bilancio di sostenibilità, ma è il contesto in cui operano ad “obbligarle”: se appartengono a filiere la cui capofila è una multinazionale o un' azienda obbligata, come le aziende tedesche, se vogliono effettuare investimenti che richiedono finanziamenti bancari, se vogliono mantenere attrattività sul mercato per clienti e dipendenti, oppure partecipare ad operazioni di M&A e se vogliono tout court mantenere competitività sul mercato ed essere redditive, devono fin da subito affrontare il processo di rendicontazione della sostenibilità.
Il Dottore Commercialista, sia dal punto di vista normativo che operativo è una figura centrale nella definizione e controllo di un piano di sostenibilità; il suo ruolo è essenziale nel dialogo con i tecnici che devono mettere a terra progetti che riguardano il consumo energetico e la tutela ambientale, dal momento che i progetti comportano investimenti e che le risorse devono essere indirizzate prioritariamente dove garantiscono maggiore redditività.
A supporto del dottore commercialista ci sono soluzioni come il software online Bilancio di sostenibilità e Relazione sulla gestione al bilancio di OPEN Dot Com , che consente l'analisi di materialità ESG, per effettuare una scelta consapevole degli obiettivi ONU Agenda 2030, il monitoraggio degli stessi, in base ai tre pilastri ESG (Environmental, Social e Governance), il calcolo dei principali KPI della sostenibilità, attraverso tabelle, grafici e commenti suggeriti e infine la redazione del report di sostenibilità, in linea con gli standard (European Sustainability Reporting Standards - ESRSs) emanati dall'Efrag.