Che cosa si intende per whistleblowing?
Nell’accezione comune, il termine whistleblowing (a volte scritto erroneamente whisteblowing o wistleblowing) è identificativo di una pratica anonima di segnalazione interna, esterna, pubblica, di illeciti o di irregolarità, rilevati da un soggetto operativo nell’ambito della Pubblica Amministrazione o di un’impresa privata, anche se in realtà l’anonimato è un incentivo alla segnalazione e non un prerequisito qualificante della pratica.
Un report pubblicato nel 2022 da
Transparency International Italia
indica come le segnalazioni di condotte illecite - SCI
fino al 2021, riguardino essenzialmente il settore pubblico, essendo quelle in ambito privato solo pari al 4%.
Pur essendo pregiudiziale per la
sostenibilità dell’impresa privata, evitare i rischi di comportamenti illeciti non solo
negli ambiti regolamentati dal diritto nazionale o europeo, ma anche in
quelli regolamentati dal codice di condotta interno, è evidente che finora
le tante imprese non obbligate (vedi paragrafo successivo) hanno ritenuto
di non istituzionalizzare canali interni di comunicazione atti a tutelare i
dipendenti segnalatori (whistleblower), i quali sono condizionati dal
timore di ritorsioni sino al licenziamento.
Alcuni degli
illeciti rilevanti ai fini del whistleblowing, che un’ indagine europea riporta come presenti in diversa misura nel 40% delle imprese (
FAZ.net) e che potrebbero essere
oggetto di segnalazione sono, oltre alla
corruzione e alla
corruttibilità attiva e passiva:
- lo spionaggio industriale;
- l’utilizzo improprio di dati aziendali;
- la falsificazione di resoconti finanziari;
- il furto;
- l’appropriazione indebita di beni aziendali;
- la mala gestione;
- il mobbing;
- la discriminazione;
- le molestie sessuali.
Con il D.L. 24/2023 del 10 marzo 2023, che prevede l’entrata in vigore dal
30/03/2023 delle norme attuative della direttiva UE 2019/1937 del 23
ottobre 2019 relativa alla tutela dei soggetti che segnalano violazioni
inerenti i diritti dell'Unione Europea e/o le disposizioni normative
nazionali (GU Serie Generale n.63 del 15-03-2023), la legislazione italiana
ha riletto la disciplina vigente abrogandola.
La legge vigente (179/2017) imponeva alle
imprese del settore privato
, obbligate al rispetto del Modello Organizzativo e Gestionale ex D.L.
231/2001, quindi mediamente quelle di maggiori dimensioni,
anche l’obbligo di istituire
canali di comunicazione degli illeciti
normativi rilevanti e di garantire ai segnalatori la protezione da
ritorsioni o discriminazioni.
Con il nuovo Decreto, si amplia il perimetro dei segnalatori e degli
illeciti passibili di segnalazione agli ambiti contabili, amministrativi,
penali e civili, mentre sono confermati tra questi anche gli illeciti
relativi all’applicazione del D.L. 231/2021; inoltre, si ampliano anche le
tutele dei segnalatori e si definiscono le sanzioni.
Video tutorial su come effettuare una segnalazione whistleblowing
Quando è obbligatorio il whistleblowing?
È obbligatorio
a partire dal 15 luglio 2023 per tutte le aziende che:
- hanno adottato il Modello di Organizzazione e Gestione ex D.L. 231/2001;
- hanno nominato un Organismo di Vigilanza;
- operano nel settore finanziario in attività specifiche (filiere alimentari, tutela ambientale, sicurezza dei trasporti);
- hanno impiegato, con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato, una media di almeno 250 lavoratori nell'anno precedente.
Dal 17 dicembre 2023, si aggiungeranno le aziende che, con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato, hanno impiegato una media di almeno 50 lavoratori nell'anno precedente.
Cosa prevede il whistleblowing?
Le aziende obbligate dovranno dotarsi di canali interni di segnalazione delle condotte illecite, di cui dovranno fornire un’informativa esaustiva e chiara circa la procedura di whistleblowing, rendendola pubblica sia al personale interno che all’esterno, attraverso il sito internet.
Il Decreto prevede anche un canale esterno di segnalazione, di competenza
dell’ ANAC, da utilizzare quando il soggetto segnalante rientra in
situazioni specifiche quali: essere a conoscenza del mancato seguito alla
propria segnalazione interna, correre rischi fondati di essere oggetto di
ritorsione, ritenere che la violazione possa essere motivo di pericolo per l’interesse pubblico e infine operare in un’ azienda che non l’obbligo di attivazione del canale
di segnalazione o che lo ha attivato, ma non rispetta i requisiti
normativi;
Anche relativamente al canale ANAC, l’impresa è tenuta a pubblicare
specifica informativa, come nel caso del canale esterno.
Infine, il Decreto prevede anche il ricorso alla diffusione pubblica,
attraverso media che possono raggiungere una pluralità di soggetti,
qualora, avendo utilizzato il canale interno e/o esterno per la
segnalazione, il segnalante ritenga di poter essere oggetto di ritorsione o
di non riuscire ad essere efficace o quando la violazione possa essere
motivo di pericolo per l’interesse pubblico.
Whistleblowing
Servizio online (disponibile a partire da 800,00 €) per la segnalazione delle condotte illecite come da D.Lgs n. 24/2023.
I
soggetti del settore privato che possono
segnalare violazioni utilizzando i canali previsti dal Decreto e godendo delle
tutele sono:
lavoratori subordinati, con rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato,
lavoratori o
collaboratori autonomi, liberi professionisti, consulenti, tirocinanti e volontari, azionisti e amministratori, ma con delle distinzioni, ovvero:
-
coloro che operano in organizzazioni con una media di lavoratori
superiore a 50 nell’ultimo anno o che, indipendentemente dal numero di
lavoratori impiegati, appartengono al perimetro applicativo previsto dalla
Direttiva UE 2019/1937, possono segnalare illeciti che derivano da
violazioni sia di norme di diritto dell’Unione Europea, sia del diritto
interno nei settori indicati dal Decreto.
-
coloro che operano in organizzazioni che non impiegano una media
di lavoratori superiore a 50 nell’ultimo anno, ma adottano un Modello di
Organizzazione e Gestione ex D.L. 231/2001, possono segnalare illeciti che
derivano da violazioni del diritto interno nei settori indicati dal
Decreto.